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Posted by on Feb 22, 2015 in Calcio, Evidenziato | 0 comments

Alla ricerca del bomber perduto

Alla ricerca del bomber perduto

Proprio come la crisi finanziaria che affligge il nostro paese, un periodo pieno di fallimenti, scandali e débacle sportive si è abbattuto sulla serie A. Se fino ad una decina di anni fa essa era riconosciuta come il campionato più bello al mondo e i giocatori di massimo livello erano attratti dal trasferirsi a giocare in Italia, oggi si verifica spesso il fenomeno opposto, ovvero quei pochi calciatori in grado di dare spettacolo rimasti nei nostri club vengono venduti alle plurimilionarie squadre estere, impoverendo così il tasso tecnico della competizione. L’ultima cessione di lusso è stata quella di Cuadrado, ma come dimenticare il capocannoniere della scorsa stagione Ciro Immobile, venduto al Borussia Dortmund in estate? Il dato più allarmante è però quello che riguarda l’età media dei calciatori, 26,6 (record di anzianità europeo) e la percentuale di calciatori stranieri, 52% che viene superata solo dall’Inghilterra. Sarebbe molto difficile trovare analogie tra la serie A e la Premier League, il cui prestigio e giro di soldi sono immensamente superiori, mentre il confronto tra Nazionali regge alla grande: due squadre che non passano gli ottavi di un mondiale dal lontano e (per noi) glorioso 2006, anno in cui il tasso di stranieri non superava il 36%. La mancanza di giocatori autoctoni è quindi un fattore che per il mancato conseguimento degli obiettivi della nostra nazionale è risultato essere determinante. In vista dell’Europeo di Francia 2016, l’Italia di Antonio Conte presenta una squadra che finora è sembrata solida e compatta, ma che manca indubbiamente di vocazione offensiva: infatti per trovare il giocatore italiano meglio posizionato nella classifica marcatori del campionato in corso, bisogna scendere sino al sesto posto con le dieci realizzazioni di Manolo Gabbiadini, 23 anni, giovane di grandi prospettive su cui il Napoli ha deciso di puntare per sopperire all’infortunio di Insigne. Manolo da Calcinate ha iniziato nel migliore dei modi la sua avventura sotto il Vesuvio con grandi prestazioni anche in Europa, diventando quindi una speranza non solo per i tifosi partenopei ma anche per quelli della Nazionale; fisicamente completo (nonostante i suoi 186 cm è molto veloce), Gabbiadini può giocare in tutti i ruoli d’attacco e quando vestiva la maglia della Sampdoria il suo letale mancino a giro ha deciso il derby di Genova e ha fatto breccia nella porta dello Juventus Stadium.
Nel 2005 i primi quattro marcatori erano giocatori del calibro di Toni, Lucarelli, Gilardino e Montella, oggi invece non avendo più un reparto di attaccanti affermati, anche a costo di perdere qualche scommessa occorre puntare su giovani italiani come ad esempio Destro, Zaza e Berardi: attaccanti che ancora non hanno espresso tutto il proprio potenziale, ma che nel giro di un anno e mezzo potrebbero diventare cannonieri di prima fascia. Per il primo il Milan ha deciso di fare un possibile investimento da 16 milioni, mentre per gli altri due la Juve ha il diritto di prelazione sull’acquisto alla cifra totale di 29 milioni. Guardando all’estero il già citato Immobile e Balotelli non stanno di certo rispettando le attese dei propri tifosi, ma se riuscissero a risollevarsi sarebbero fondamentali per aiutare Conte a regalare agli italiani quelle emozioni provate in una lontana notte berlinese.

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