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Posted by on Mag 31, 2015 in Ciclismo, Evidenziato | 0 comments

Pagelle Giro d’Italia 2015

Pagelle Giro d’Italia 2015

Alberto Contador: Il dominatore assoluto del Giro. El Pistolero dà per tutta la corsa l’impressione di avere una marcia in più dei rivali, nonostante non sia stato supportato adeguatamente dal suo team, la Tinkoff, e si sia trovato a confronto con almeno tre/quattro corridori Astana pronti ad ostacolarlo; viene inoltre coinvolto in tre brutte cadute che potevano condizionarlo . Nella tappa più dura, sul Mortirolo, compie un autentico show che manda in crisi Aru. Solo all’ultima tappa di montagna sul Sestriere va in difficoltà, ma in previsione del Tour forse decide di risparmiare qualche energia, perché con un vantaggio di oltre 4′ non rischia mai di perdere la rosa. Bellissimo da vedere, con il suo stile elegante ed aggraziato sempre sui pedali, gli manca solo la vittoria di tappa, ma senza compagni di squadra a sostenerlo era difficile chiedergli di più. Con le sue due vittorie al Giro, tre alla Vuelta e due al Tour si conferma probabilmente il miglior corridore del nuovo millennio. Re Alberto II: 9.5

Fabio Aru: Fino alla crono individuale è perfetto sfruttando cinicamente la possibilità di vestire la maglia rosa grazie alla caduta di Contador, poi a Madonna di Campiglio ha un clamoroso crollo e rischia di scoppiare, ma stringe i denti e limita i danni, anche se vede sfumare il sogno di vincere il Giro. Dopo altre tre tappe di pura sofferenza in cui sembra cedere anche il ruolo di capitano al suo compagno Landa, risorge in Val d’Aosta e piazza la stoccata finale sul Sestriere concedendo un bis che fa impazzire tutta la Sardegna. Non sarà pulito stilisticamente come Contador ma la sua grinta e la tenuta psicologica nei momenti più duri sono encomiabili. Vince la maglia bianca di miglior giovane e conquista il secondo gradino del podio dopo il terzo piazzamento dello scorso anno. A 24 anni si dimostra oltre che un’enorme speranza per il futuro, una grande certezza nel presente. Alla sua età Nibali era ancora il gregario di Basso. Il muflone sardo: 9

Mikel Landa: L’uomo che non ti aspetti. A inizio giro doveva essere il gregario di Aru e fino a Madonna di Campiglio rispetta tale ruolo, ma quando si capisce che ha nettamente più gamba del suo capitano l’Astana gli dà il via libera per andare a prendersi la vittoria di tappa più bella e ripetersi il giorno dopo ad Aprica. Compie un’altra fuga pazzesca sul Sestriere ma viene fermato dalla sua squadra per favorire la vittoria di Aru e si deve accontentare del terzo gradino del podio finale. Se le gerarchie dell’Astana fossero state differenti dall’inizio forse ora staremmo parlando di un altro Giro, ma le due vittorie di tappa danno la giusta gloria ad un ciclista che ha rispettato la strategia del suo team fino alla fine seppur a malincuore, e le lacrime all’arrivo del Sestriere ne sono la conferma. Il pirata basco: 9

Richie Porte: Corsa davvero stregata per l’australiano, che dopo la foratura di Forlì e l’annessa penalizzazione di 2′ per aver cambiato la sua ruota con quella di un compagno, cade rovinosamente a Jesolo, sbattendo anca e ginocchio e compromettendo inevitabilmente il suo Giro, concluso anzitempo due tappe dopo. A causa di questa clamorosa sfortuna non riesce ancora una volta ad affermarsi in una competizione di più settimane, e pensare che era dato tra i favoriti. Porte sfiga? s.v.

Ryder Hesjedal: Il vincitore del Giro 2012 non riesce mai ad incidere e sulle grandi montagne soffre subito il ritmo incalzante di Contador e dell’Astana. Ad Aprica cerca di rientrare in classifica e ci riesce parzialmente, mentre non concretizza la bella prova del Sestriere pagando nel finale lo scatto di Aru. Si piazza al quinto posto della generale a quasi 10′ da Contador, ma onora il giro fino in fondo considerate le sue trentaquattro primavere. Ryder ancora per poco: 6

Rigoberto Uran Uran: Il simpaticissmo colombiano è uno dei grandi sconfitti di questo Giro. Se l’anno scorso si era piazzato secondo dietro Quintana, quest’anno delude con un quattordicesimo posto a 18′ minuti buoni da Contador. Ci prova solo nel finale, ma non può nulla contro gli altri big. Urendo: 5

Philippe Gilbert: Si conferma un corridore assolutamente atipico, in quanto capace di sparare fughe furibonde sia in tappe con arrivo in salita che in pianura, portandosi a casa due bellissime vittorie a Vicenza e Verbania, ma nella generale si prende comunque le sue due orette e mezzo dal Pistolero. Vinco poi sparisco: 8

Il pubblico: semplicemente straordinario per tutto il corso di un Giro durissimo e tirato dall’inizio alla fine. Aiuta in modo incredibile Aru nei momenti di crisi e si dimostra sportivo nei confronti di Contador, onorando la sua straordinaria carriera: 10

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