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Posted by on Feb 25, 2015 in Evidenziato, NBA | 0 comments

Ma il cielo è (finalmente?) più blu

Ma il cielo è (finalmente?) più blu

Quante volte abbiamo sognato di vedere la nostra nazionale trionfare, fin da piccini? E non importa quale sia lo sport, dal tennis alla pallavolo passando per lo sci e la scherma: abbiamo un senso di appartenenza ai colori della nostra nazione fortissimo, forse più di chiunque altro. Tornando indietro di alcuni anni e riguardando ai nostri grandi fasti sportivi (parlando di sport di squadra), l’unica disciplina assente, salvo rare eccezioni, è il basket. Siamo sempre stati ad altissimi livelli per quanto riguarda calcio, pallavolo, pallanuoto, perfino il rugby è un movimento in forte ascesa, come dimostrano i risultati giovanili e la presenza al 6 nazioni. E allora il desiderio che abbiamo dentro ci viene quasi spontaneo: vogliamo finalmente vedere alcune stelle accese anche nel mondo della palla a spicchi.

Il primo astro lo accese Bargnani, con una incredibile prima scelta al draft del 2006, seguirono Belinelli, Gallinari e recentemente, Datome.

La situazione odierna è figlia di un lungo travaglio: Bargnani dopo essere arrivato ad rappresentare la franchigia canadese di Toronto è precipitato in una incredibile involuzione costellata da infortuni, Belinelli ha fatto anni di gavetta ai margini delle rotazioni, Gallinari dopo un terribile doppio intervento alle ginocchia era uscito all’inizio di questa stagione dal quintetto titolare di Denver, mentre per Datome il calvario e la resurrezione sarebbero stati meno impegnativi e probanti che questo interminabile anno e mezzo di comparsa. Ma in questo cielo apparentemente scurissimo ci sono stati (nel corso dell’ultimo periodo per alcuni, della carriera per altri) dei turning point, per alcuni come abbiamo visto negativi, vedi Bargnani, ma altri decisamente di esempio e grande conforto.

Partendo dallo sfortunatissimo Bargnani, dopo le stelle, i record, i sogni e la discesa nell’inferno degli infortuni, sembra che vi sia una ripresa nelle ultime uscite, e data la partenza di Amar’e e l’infortunio di Carmelo Anthony sembra che la strada finalmente stia tornando in discesa per il cestista romano.

Per quanto riguarda Belinelli, dopo tante panchine in giro per gli USA la chance gli è stata data a New Orleans, a fianco di un certo CP3. Terminata la sua stagione di lancio è stato firmato da Chicago dove si è innalzato a qualcosa di più di una semplice riserva (vedere alla voce Mamma Mia dei telecronisti e alla multa per esultanza irrispettosa, alludendo alle sue Big Balls). L’anno sucessivo tuttavia Marco non si accontenta: lui vuole lottare per il titolo. E a scapito di minutaggio firma coi San Antonio Spurs dove ritrova Ginobili dopo gli inizi a Bologna. Il resto è sulla bocca di tutti: vincitore della gara da 3pt a New Orleans e, soprattutto, campione del mondo grazie agli Spurs. Questa stagione è partita con qualche infortunio di troppo, ma sappiamo che il cecchino di San Giovanni in Persiceto si farà trovare pronto all’obbiettivo playoff.

“Nessuno ha mai creduto in me in questi anni, ma alla fine ho vinto”

Il Gallo, Danilo Gallinari: il ragazzo che probabilmente ha incontrato più ostacoli, dal punto di vista fisico, sul suo cammino: partito anche lui grazie ad una scelta altissima al draft del 2008, si ritrova a dover guadagnare la fiducia del Madison Square Garden, pubblico tutt’altro che facile. Il Gallo cresce, migliora di partita in partita, fino ad essere considerato uomo su cui rifondare Denver, oltre a Faried, e a sfiorare l’all star game grazie alle sue prestazioni. Un terribile infortunio al ginocchio lo blocca per più di un anno (varie complicazioni, ipotesi di operazione sbagliata dal medico), ma da quando è tornato sta riprendendo pian piano la fiducia nei suoi mezzi, gli stessi che l’hanno portato a segnare un career-high di 39 punti contro Dallas nel 2012.

Per “Jesus” Gigi Datome la situazione è differente: arrivato da un campionato mostruoso da capitano e trascinatore vero con Roma decide di mostrare il suo talento a Motor City, coi Detroit Pistons. Van Gundy tuttavia, sebbene lo abbia continuamente elogiato e rassicurato davanti alle telecamere non gli ha mai fatto assaporare veramente il parquet NBA. Così, dopo un “morte” di tre partite nella d-league(dove gli scartini NBA fanno di tutto per farsi notare), ed un ritorno in sordina a Detroit, Datome è stato coinvolto in una trade che lo ha spedito a Boston. Ora ha due mesi per convincere il mondo che anche in NBA c’è posto per uno come lui.

(per colpa di Van Gundy vi risparmio o suoi 60 minuti complessivi di NBA con le uniche giocate)

Ma cosa c’entra ciò con la nostra nazionale? Il povero Gigi si è ritrovato ad essere l’unico leader nella nostra spedizione agli ultimi europei (ai mondiali non eravamo manco qualificati) poichè gli altri 3 moschettieri erano impegnati in preparazioni atletiche per dare il meglio nella stagione successiva, cruciale per i rispettivi contratti, e per ristabilirsi pienamente dagli infortuni subiti.

Quest’anno invece all’all star game la bomba che tutti aspettvamo: a colloquio con Petrucci tutti e 4 i nostri talenti hanno risposto si alla chiamata (toccando ferro) per gli europei di questa estate. Quindi armiamoci di calendario e incominciamo il conto alla rovescia, perchè oltre alle furie rosse, alla Francia che quando gioca con e da Diaw fa paura, alla Serbia che si è riscoperta grande ci saremo anche noi, mina vagante grazie ai nostri 4 tenori finalmente riuniti e alle future promesse, quali Gentile, Melli e Della Valle. Quindi non disperiamo, che con un po’ di fortuna e “big balls” potremo arrivare davvero lontano.

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Davide Medri

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