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Posted by on Apr 4, 2015 in Calcio, Evidenziato | 0 comments

Le macerie del Granillo

Le macerie del Granillo

È il 31 maggio del 2009. Al Granillo, storico stadio della Reggina, la squadra amaranto saluta la serie A con un dignitoso 1-1 contro il Siena, ottenuto grazie all’unico goal di Stuani con la maglia dei calabresi, su calcio di rigore. Dalla stagione 1999-2000, eccezion fatta per il campionato 2001-2002, fino a quell’1-1, la Reggina aveva disputato nove stagioni in serie A, le prime e indimenticabili stagioni nella massima serie italiana. Ma anche le ultime. Di lì una serie di prestazioni deludenti e di annate da dimenticare. Fino al 2013-2014 permanenza in serie B conquistata di anno in anno in modo tanto tranquillo quanto mediocre, senza le tracce di quella squadra che solo nel 2004-2005 aveva stabilito il miglior record societario di sempre nei campionati italiani (10° posto in serie A). Unica nota positiva il 6° posto del 2010-2011, con semifinale play-offs raggiunta e persa contro il Novara delle sorprese, promosso poi per la stagione successiva.

La maledizione del 31 maggio insegue la Reggina, che di nuovo in quella data, ma stavolta nel 2014, in seguito ad una stagione a dir poco disastrosa, saluta anche la serie cadetta, 5 anni esatti dopo aver salutato la serie A. Una striscia di partite senza vittorie che procedeva dal 3-0 contro il Carpi, l’8 marzo dello stesso anno. L’epilogo quindi non poteva che essere negativo, e infatti anche l’ultima di campionato si conclude con un 2-1 in favore della Ternana. Il teatro dell’addio alla serie B? Proprio lui, il Granillo. Luogo di gioiosi ricordi, e ora tempio sconsacrato e in macerie.

Ma la malasorte segue ancora gli amaranto. Stagione 2014-2015 in Lega Pro, gruppo C. Era dal 1994-1995 che nel capoluogo calabrese non si respirava l’aria di serie C. La rosa sembra fragile, si punta sul promettente Insigne (Roberto, classe ’94 e fratello del noto calciatore del Napoli) e sull’ intramontabile David Di Michele, ormai trentanovenne. A gennaio persino Salvatore Aronica si aggregherà per battersi per la causa, così come Belardi e Cirillo. Proviamoci, perché no? La risalita verso i grandi stadi del calcio italiano è lunga, ma rimboccandosi le maniche il popolo di Reggio può di nuovo sperare. E invece sarà più dura del previsto.

1 aprile 2015. Spettatore impietrito anche stavolta il solito e fedele Granillo. Reggina-Ischia 0-1, goal di Ciro Sirignano, sconosciuto ai più. Il nome del marcatore e dell’avversario fanno presagire che c’è qualcosa che non va. E infatti, proprio in seguito a questa ennesima sconfitta (19esima su 33 partite totali), la Reggina si infossa all’ultimo posto del girone. A -4 dalla penultima, la salvezza sembra ormai un sogno per una squadra che ha la seconda peggior difesa e il terzo peggior attacco del campionato. L’ultimo posto significherebbe retrocessione in serie D diretta, senza nemmeno uno straccio di play-out, e per i caos societari odierni questo vorrebbe dire forse la scomparsa della Reggina per come la conosciamo noi.

L’infausto 31 maggio si avvicina di nuovo, il Granillo teme di dover rivedere anche quest’anno qualcosa di già fin troppo visto nelle ultime stagioni. Il grande pubblico del calcio, allo stesso modo, spera di non rivederla quella scena, per una realtà che ha dato molto allo sport e che ben poco sta avendo indietro. In bocca al lupo alla Reggina, fino all’ultima giornata non tutto è perduto.

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Enrico Cavallotti

Studente di Economia e giocatore di pallanuoto, mi occupo soprattutto di calcio e sport acquatici.

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