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Posted by on Set 10, 2015 in Evidenziato | 0 comments

#eurobasket2015 road to Lille

Mi sono deciso a scrivere qualcosa solo a questo punto, per poter vedere il tutto secondo un filo logico, da fuori, senza sbilanciarmi troppo. Credo che sia qualcosa di incredibile la marea di opinioni discordanti e di voltafaccia in questi primi 5 giorni di europei, per quanto riguarda il cammino della nostra nazionale.

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In breve:

Italia-Turchia: non ho visto la partita,  ma da tutto ciò che ne è stato detto credo che l’unica cosa trascurata sia stata la paura, il peso e la responsabilità da grande appuntamento, eccetto un certo trentello del solito Gallinari. E dopo questa partita già le prime critiche: siamo una squadra che si specchia nel suo attacco, difendiamo male, lasciamo il lato debole troppo esposto, Bargnani in difesa è più smaronato di Di Caprio la notte degli oscar, Belinelli bene ma non benissimo, Gentile ancora immaturo.

Già da qui possiamo intuire l’atteggiamento distruttivo dei media, di gente che a queste manifestazioni si avvicina solo ed esclusivamente perchè nel proprio pacchetto sport della propria tv a pagamento. Basta questo per capire con quale ansia i nostri ragazzi si siano affacciati alla sfida del giorno dopo, contro la squadra materasso del girone, che non ha avuto nulla da perdere, che basa tutto sulla sfrontatezza, il tiro da tre e i continui movimenti e tagli degli esterni la propria favola cestistica.

Italia-Islanda: partita come detto sopra più complicata di quello che sembra, per di più il tutto aggravato dal prematuro forfait di Datome: soffriamo, lottiamo, spostiamo tutto lo spostabile con lo spazzaneve Gentile e riscopriamo un importantissimo e concentratissimo Pietro Aradori, vero lusso dalla panchina, in grado di prendersi e mettere i tiri giusti nei momenti giusti. Vittoria sofferta, ma siamo ancora vivi.

Sebbene abbiamo fatto anche meglio della Germania numericamente con loro se possibile l’insoddisfazione si alza ancora e la pressione sulle spalle degli azzurri pare a tratti insostenibile, alla vigilia della sfida spartiacque contro la Spagna.{8512FFD6-658B-4C79-B022-F237CE559EE2}flexible

Ciò che mi ha fatto più pensare e che mi ha messo più tranquillità è stato uno dei ragazzi che ha lasciato il gruppo azzurro prima di Berlino, Luca Vitali, prima della partita con la Spagna: è inutile criticare tanto i ragazzi, lasciamoli giocare, mancano ancora 3 partite, i conti si fanno alla fine, se vinciamo queste 3 alla fine arriviamo primi…

Italia-Spagna: i famosi “occhi della tigre” che tanto ha tirato in ballo il buon Tranquillo (che se continua così a Lille vivo non ci arriva) li vediamo stampati in faccia a tutti. Bargnani incredibilmente inizia a voler dimostrare a tutti che il Mago ha ancora degli assi nella manica, e sforna una prestazione difensiva che visti i suoi trascorsi ha dell’incredibile. I difetti ci sono ancora, sicuramente in un attacco dove però stasera se iniziamo a tirare le borracce dalla panchina mettiamo pure quelle. In un attimo di estasi puramente cestistica diamo una gran lezione alla Spagna (e ci prenotiamo tutti la mamma di Rudy Fernandez) e sui social, in tv, negli studi torna la grande Italia tanto attesa, quella che ci potrà far sognare.

(…Luca Vitali nel postpartita: facile salire sul carro dei vincitori adesso velocemente come ne siete scesi…)

Incredibile ma vero, non basta, perchè in questo girone che di dantesco non ha molto ma di infernale c’è n’è che la metà basterebbe a scoraggiare qualsiasi squadra manca ancora qualcosa, dobbiamo battere anche la Germania, dobbiamo ripetere un’impresa percorsa più volte (e ogni volta quanta goduria al fischio finale, da un lato o dall’altro), sia in ambito calcistico che cestistico, ma con esiti diversi (il 2006 dei mondiali di calcio è storia, il 2007 con la sconfitta del basket è da cancellare). Partiamo tesi, abbiamo ancora la testa alla corrida dalla quale siamo usciti vincitori, abbiamo contro il solito problema di questi panzer molto simpatici che non fanno altro che naturalizzare giocatori di altre nazioni per poter rimanere competitivi e dare manforte a Dirk l’onnipotente. La partita si mette male, arriviamo ad essere sotto di 10, ma qui scatta la reazione: di cuore, di voglia, di palle andiamo a riprenderci ciò che ci spetta, forzando l’overtime graziati dall’altra stella, Dennis Schroeder, sulla sirena. Il resto è tutto fuorchè noia, con Gallinari che non contento spara in faccia al suo difensore lo stesso tiro che ci ha portato all’overtime, in difesa teniamo e con Belinelli (da Tranquillo ribattezzato all’anagrafe MAMAMAMAMAMAMA MARCOOOO B-B-B-B-B-B-B-B BELINELLIIIII) la chiudiamo in faccia a coloro che è sempre bello veder tornare a casa con la coda tra le gambe.

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Il tiro di Gallinari che forza l’overtime contro la Germania

La profezia di Vitali è ancora in corso, speriamo tenga.

Intanto chiudiamo le valigie, ce ne andiamo da Berlino Beppe! Tutti a Lille, con le “big balls” di Belinelli, quel fenomeno della natura a tratti cestisticamente onnipotente di Gallinari, con quel Bargnani che quando inizia a mettere la palla nel cilindro e a difendere come può lascia tutti senza parole, con un Gentile talmente ignorante e spregiudicato che tutte le volte che entra in penetrazione devo tenere stretto lo schermo, con un Cinciarini costante, che detta i ritmi, che prende pochi tiri ma quelli che prende li mette, con un rastaman di nome Hackett che sembra fatto al 50% di gomma e al 70% di ignoranza e voglia di vincere, da un Melli che per quanto è alto riesce a muovere i piedi talmente veloce in difesa che manco un ballerino di tip-tap, da un Cusin eroico, sgomitatore di professione, che appena vede la roja stoppa tutto e tutti, da un Aradori formidabile e mostruoso perchè semplicemente perfetto ogni volta che entra in campo, dal duo Polonara Della Valle che almeno hanno il merito di aiutare a distribuire le borracce e con quel Datome che purtroppo ci ha abbandonato in campo, ma che non smette di essere capitano vero e di intercedere per il nostro piccolo grande miracolo sportivo.

#wearefamily

 

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Davide Medri

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